Per don Pino l’attenzione verso gli altri, soprattutto i più poveri o gli emarginati, era fondamentale. Rinunciava al suo cibo pur di dare un pezzo di pane a chi bussava alla sua porta, fosse stato anche il drogato che quella porta l’aveva magari già anche forzata per prendersi qualcosa senza chiedere il permesso… La sua tonaca era spesso lisa, rammendata, le suole delle sue scarpe spesso non c’erano quasi più… Eppure lui, che voleva che il suo sacerdozio fosse “sommamente puro, povero e paziente”, camminava spedito verso il prossimo e scaldava il cuore di chi incontrava. Con un esempio così davanti, a chi devolvere il ricavato della vendita del libro se non agli ultimi, ai poveri, alle missioni?
“La Provvidenza c’è!”, ripeteva spesso don Pino. E, ci verrebbe da dire, più passa il tempo e più “ne abbiamo le prove”!
C’è una persona molto legata a don Pino e non molto diversa da lui, sua sorella, Suor Emma, della Congregazione delle Preziosine. I contatti con lei sono stretti da sempre e, negli ultimi anni, lei è stata fonte e aiuto prezioso nella realizzazione del libro, è lei che svela spesso i segreti più riposti della vita di don Pino.
L’Associazione sta cercando una “missione” cui devolvere gli introiti del libro.
Suor Emma svela “l’ultimo segreto”. A Jaderlandia, in Brasile, con i soldi derivanti dalla vendita della casa dei genitori di don Pino, secondo le volontà testamentarie del sacerdote, è stata costruita una casa per i bambini denutriti intitolata a Padre Giuseppe Ballabio.
A Jaderlandia, a Castanhal nel nord-est del Brasile, una città improvvisamente sorta dal nulla come molte realtà brasiliane, circa ottocento bambini vanno un giorno sì ed uno no al “Bercario das Criancas Desnutridos Padre Pino Ballabio” a ricevere, dalle mani delle suore che lì operano, una zuppa: mangiano una scodella di zuppa a giorni alterni.
Alcuni di loro, i più piccoli e denutriti, vengono tenuti nella missione, cresciuti, alimentati e nutriti dalle religiose.
In dialetto si dice che è meglio “offrire un piatto di buona cera”: grazie all’interessamento di bambini, adulti e associazioni olgiatesi ora i piccoli di Jaderlandia hanno ricevuto sia il piatto (di zuppa), sia la “buona cera”: quel famoso sorriso che è alla base di tutto.
Ma ci sono ancora… bimbi che aspettano…
Un giorno alla casa del “Berçàrio Das Crianças Desnutridas” don Pino Ballabio arrivò Beatrice;
i medici la davavo per spacciata, ma le suore la presero con loro e con cura e amore….
oggi Beatrice è una bella bimba paffutella
A volte i miracoli succedono … se gli diamo una mano!
La “bella favola di Jaderlandia”
Seguendo le orme di don Pino arrivammo a Jaderlandia, lì don Pino aveva già iniziato la sua opera e noi decidemmo di dare continuità alla sua volontà.
inaugurazione del nuovo asilo
asilo
benedizione di nuovi giochi all’aperto
il dormitorio
il refettorio
il gabinetto dentistico
l’infermeria